sabato 29 ottobre 2016

Step 09: L'abbecedario












A

Amaro


B

Barretta

c

Cacao


D

Dolce


E

Extra-fondente


F

Fabbrica


G

Goloso


H

Hot


I

Intolleranza


L

Latte


M

Mordere


N

Novi


O

Polvere


Q

Quadretto


R

Ritter


S

Squisito


T

Tavoletta


U

Umore


V

Venchi


Z




giovedì 27 ottobre 2016

Step 08 : La saggezza popolare

"Il mio colore preferito è il cioccolato"
 F. Lebow

"I suoi occhi erano di colori diversi, il sinistro color cioccolato come l'autunno, il destro grigio come il vento dell'Atlantico. Entrambi sembravano vivi con le domande che non si potevano esprimere, come se non esistessero ancora le parole con cui inquadrarle..."
Tim Willocks

Le storie popolari cercano in qualche modo di attribuire un'origine ad elementi di vita quotidiana che possono averne di ambigue. Da qui nasce il desiderio e quasi il bisogno di spiegare, soprattutto ai più piccoli, tramite la creazione di storie, leggende e modi di dire. 
La gallina dalle uova di cioccolato è una fiaba, tentativo di spiegare l'origine dell'uovo tanto scambiato a Pasqua, simbolo i nascita e dono.

mercoledì 26 ottobre 2016

Step 07: I colori nel cinema

Anche i registi si sono ispirati al cioccolato per produrre le loro opere cinematografiche: talvolta questo ha assunto il ruolo di protagonista nel titolo, in altri casi invece era l'alimento evocativo che snodava e generava sensazioni ed emozioni nei personaggi.
Il cioccolato nel cinema non ha solo un impatto dal punto di vista del significato- ci spiega il critico cinematografico Giampiero Frasca - ma anche estetico. Il cioccolato è un cibo riconoscibile, nell’immaginario collettivo rappresenta il dolce per eccellenza che può arricchirsi di mille ingredienti diversi. Per questo, il cioccolato dà una possibilità a ventaglio molto più ampia nel cinema di molti altri alimenti”.Vediamo alcuni esempi:



Forrest Gump: il cioccolato come metafora della vita (Robert Zemeckis, 1994)
La scatola di cioccolatini di Forrest Gump è tanto famosa da essere diventata una citazione comune: il protagonista è seduto sulla panchina dove racconta la sua vita e quella degli Stati Uniti e a un certo punto dice “la vita è come una scatola di cioccolatini”. Il primo significato del cioccolato è che la vita è una sorpresa tutta da scartare, come un cioccolatino.


Pane e cioccolata: il cioccolato simbolo dell’inadeguatezza sociale (Franco Brusati, 1974)
Pensiamo poi a "Pane e cioccolato“, che parla di immigrazione: “Nino Manfredi lavora in Svizzera, è domenica, è vestito con un’accozzaglia di colori indegna” spiega Frasca “si trova su un prato con molte persone che partecipano a pic-nic, a banchetti sontuosi, mentre lui mangia quello che può permettersi, pane e cioccolato, che è il simbolo della sua inadeguatezza sociale”.

Emotivi anonimi: nascondersi dietro a una tavoletta di cioccolata (Jean-Pierre Améris, 2010)
Angélique è una maestra cioccolataia che ha paura di tutto e frequenta un gruppo di sostegno chiamato “emotivi anonimi”. Rimasta senza lavoro, conosce Jean-René, un uomo timido, terrorizzato dalle donne, proprietario di una piccola fabbrica di cioccolato, in apparenza duro e severo, ma in realtà timido e imbarazzato. Tra i due si instaura un legame tra paure e ansie che solo il cioccolato riesce a sconfiggere.


Grand Budapest Hotel: il valore magico dei Courtesan au chocolat (Wes Anderson, 2014)
Nel film fresco di Oscar i courtesan au chocolat rappresentano la salvezza, quella del personaggio di Zero Moustafa che grazie alle scatole di questi dolci al cioccolato può fuggire dalla prigione. Persino i secondini non li toccano consapevoli del fatto che essi rappresentano la perfezione estetica. Sono dei piccoli pasticcini alla crema, ricoperti di glassa colorata e preparati dalla pasticceria Mendl's nella fantastica Repubblica di Zubrowka. Li prepara la pasticciera Agatha, che, con i suoi dolcetti e l’amato Zero Moustafa salva Monsieur Gustave e le sorti del Grand Budapest Hotel.


Grazie per la cioccolata (Claude Chabrol, 2000)
Ci sono poi casi in cui il cioccolato è collegato al male e al crimine. La cioccolata calda in questo film è usata da Isabelle Huppert per versare un tranquillante con cui raggiungere i suoi loschi scopi.


Chocolat: la passione che passa dal cioccolato (Lasse Hallström, 2000)
Vianne giunge con la figlia in un piccolo paesino e apre un negozio di cioccolata. Sa capire le persone e consigliare ad ognuno la  pralina più giusta per lo stato d’animo e per la disposizione. I benpensanti del piccolo paese sono contrari all’iniziativa e cercano di ostacolarla in tutti i modi. Finché un giorno giunge nel villaggio uno zingaro musicista, Roux, che difende la donna e il suo lavoro.


Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (Mel Stuart, 1971)
Il piccolo Charlie, di umili origini, vede nella barretta di cioccolato Wonka la possibilità non solo di un riscatto sociale, ma anche quella di poter realizzare il sogno di visitare la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, vincendo il premio speciale messo in palio dal proprietario della fabbrica.

lunedì 24 ottobre 2016

Step 06: I colori nella scienza

Come rientra un colore così goloso nella storia della scienza
Il cioccolato è anche un composto di particelle che per il 40% è grasso. Essendo però un alimento molto amato, sono stati condotti degli studi che in qualche modo potessero abbassarne il contenuto calorico. A questo proposito la fisica ha proposto l'applicazione di un campo elettrico al prodotto quando è ancora allo stato liquido: in questo modo se ne altera la viscosità riducendo il bisogno di sostanze grasse come il burro di cacao. Lo dimostra lo studio pubblicato dai fisici della Temple University di Philadelphia sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze, Pnas.


Ridurre il contenuto in grassi del cioccolato è un'impresa molto difficile, proprio per la fisica che regola il comportamento delle sospensioni liquide come l'alimento fuso durante il processo produttivo. La sua composizione infatti unisce cacao, zucchero, solidi del latte e altre particelle che restano sospese nella sostanza grassa liquida come il burro di cacao: riducendo i grassi, si finisce inevitabilmente per aumentare la viscosità della miscela favorendo la produzione di grumi.

Per superare questo problema, i fisici guidati da Rongjia Tao hanno pensato di applicare un campo elettrico al flusso di cioccolato liquido per indurre le particelle solide di cacao ad agglomerarsi in modo ordinato in microstrutture affusolate, che diminuiscono la viscosità del composto permettendo di ridurre i grassi del 10-20%: un metodo innovativo, che secondo gli autori dello studio apre le porte ad una nuova generazione di cioccolato più magro e salutare.

lunedì 17 ottobre 2016

Step 05: I colori nella musica


Anche in musica, il protagonista sembra essere il cioccolato più che il suo colore: è facile infatti associare la sua essenza ad un gusto coinvolgente, sensuale, appassionante...attributi che in musica vengono ben tradotti con similitudini in cui il cioccolato viene accostato talvolta ad una figura femminile, talvolta al piacere che suscita ma anche solo alla sua dolcezza e corposità.
Qui di seguito alcuni esempi che fanno emergere nella sensibilità degli autori i parallelismi e le analogie sopra citate:

Sensualità.
Kylie Minogue, in “Chocolate” (Body Language), il ritornello:
“In uno spazio perduto, vieni e mostrami, /Tienimi e controllami e poi / Fammi sciogliere lentamente / comecioccolato… / Sa così di buono…”


Noir.
The Cranberries, “Chocolate Brown” (Wake Up And Smell The Coffee, 2001):
Mordere è solo così bello e tu non
lo vedi ora / non mi far sentire colpevole / per favore no, scuro
cioccolato”…


Appassionata.

Giorgia, “Un amore da favola”
(Mangio troppa cioccolata, 1997, prodotta da Pino Daniele):
“…Se cerchi sentimento / dolce mi troverai /
questo mio cuore e una fragola / che tieni stretto e immagina /
pensa a tutte le volte che il dolce è passato, che cosa
è restato? / forse era solo una favola / Guarda che non sono
una bambola / io che in tutto quel che faccio ci metto l’anima /
sogno un amore da favola ho tanto bisogno di te…/ E mangio troppa
cioccolata / forse ero te, forse ero te nella mia vita
passata”…


Poetica.

Ornella Vanoni, Rossetto e cioccolato
(Noi, le donne noi, 2003)Ci vuole passione/molta pazienza/sciroppo di lampone/e un filo di incoscienza/ci vuole farina/del proprio sacco/sensualità latina/e un minimo distacco/si fa così/rossetto e cioccolato/che non mangiarli sarebbe un peccato/si fa così/si cuoce a fuoco lento/mescolando con sentimento/le calze nere/il latte bianco/e già si può vedere/che piano sta montando/é quasi fatta/zucchero a velo/la gola soddisfatta/e nella stanza il cielo/si fa così/per cominciare il gioco/e ci si mastica poco a poco/si fa così/è tutto apparecchiato/per il cuore e per il palato/sarà bello bellissimo travolgente/lasciarsi vivere totalmente/dolce dolcissimo e sconveniente/coi bei peccati succede sempre/ci vuole fortuna perché funzioni/i brividi alla schiena
(...)

sabato 15 ottobre 2016

Step 04: I colori nel mito

Il cioccolato ha origini molto antiche,inizia in America talmente tanto tempo fa che ancora questo continente non portava il nome attuale. Ciò ha dato tempo alle popolazioni che sono venute in contatto, di maturare una certa mitologia, perchè come in tutte le epoche, gli uomini hanno sentito la necessità di attribuire un'origine e una spiegazione ad ogni novità. 
I primi agricoltori di cacao furono i Maya, secondo una leggenda, per volontà del loro terzo re Hunahpu; per essi era talmente prezioso il cacao da essere utilizzato come moneta nel commercio con le altre tribù. 

Dopo il X secolo, con la misteriosa distruzione della civiltà Maya, quegli stessi terreni furono coltivati dalla tribù dei Toltechi, proveniente dal nord, il cui re, Topiltzin Quetzalcoàtl (Serpente Piumato), fu divinizzato per la sua immensa bontà, entrando a far parte della mitologia azteca. 

Il tesoro del Dio Quetzalcoàtl  

La mitologia narra che il Dio possedesse un immenso tesoro composto da “tutte le ricchezze del mondo, oro e argento, pietre verdi chiamate chalchiuitl ed altri oggetti preziosi, come una grande abbondanza di alberi di cacao di diversi colori”. 
La leggenda narra che, quando Quetzalcoàtl era ancora un re, a causa di una grave malattia che lo aveva colpito, venne spinto a bere una pozione che gli avrebbe ridato la salute ed invece lo portò alla pazzia: fuggì verso il mare dove trovò una zattera di serpenti intrecciati e si allontanò scomparendo nel mistero. 
Prima di partire però, Quetzalcoàtl promise che avrebbe fatto ritorno per riprendersi il suo regno nell’anno posto sotto il segno del “Ce-acatl”.Secoli più tardi, nel 1519, anno sotto il segno del “Ce-acatl”, una grande nave carica di uomini con scintillanti armature come scaglie di serpente ed elmetti piumati, fece la sua comparsa vicino alla costa orientale del regno azteco.Sul battello però non vi era il Dio azteco ma un conquistatore spagnolo: Hernàn Cortès. Vennero offerti molti doni quali oro, argento, pietre preziose, schiave e… cesti pieni di semi di cacao. I conquistatori diedero inizio all’espansione della conoscenza del cioccolato in tutti i continenti purtroppo però… distrussero una delle più brillanti civiltà della storia.


Immediatamente l’imperatore Montezuma credette alla profezia ed accolse pacificamente quella nave pronto a restituire il regno al Dio Quetzalcoàtl.

Ma un'altra leggenda ci racconta l'origine di questa bevanda deliziosa...

In un tempo ormai lontano, viveva una bellissima principessa, che fu messa a guardia di un antico e vasto tesoro dallo sposo, partito per una guerra in un paese lontano. 
Assediata e in seguito catturata da popolazioni nemiche, impazienti di strapparle il tesoro che ella custodiva con tanto amore, fu uccisa quando rifiutò di rivelarne il luogo del nascondiglio.
Si racconta che è dal suo sangue che nasce la pianta del cacao, con semi amari come la sofferenza, rossi come il sangue ma eccitanti e forti come la virtù.E’ quindi solo merito delle antiche popolazioni dell’America Latina se noi ancora oggi possiamo degustare quello che fu definito dal celebre naturalista svedese Carl Von Linnè Teobroma cacao (Teobroma dal greco “nutrimento degli dei”, cacao dal nome azteco della pianta cacahuàtl).

Forse avevano ragione gli aztechi: una sostanza che oltre a procurare piacere, è anche capace di prolungarlo, deve per forza venire dal Paradiso!




mercoledì 12 ottobre 2016

Step 03 : I codici del colore

La percezione di un colore non è uguale per tutti, è piuttosto soggettiva. Per averne una definizione e identificazione il più oggettivo possibile, sono stati stilati dei cataloghi che identificano con un codice numerico.
Il colore cioccolato come già spiegato negli altri post di questo blog, nasce dall'omonimo alimento, presenta un'ampia varietà di sfaccettature cromatiche che in generale riconducono ad un marrone scuro, ma non si può identificare come un solo colore.
L'agenzia Cazapix ha riunito in un catalogo Pantone le tavolette di cioccolato più golose ( contenenti anche nocciole, miele o uvetta): nasce così Choctone , un'idea simpatica di indicare i codici in chiave culinaria.
Anche Benjamin Moore gioca sulla golosità: tutte le sfumature accostano al codice il nome di un dolce: Pudding, Mousse, Truffle...
Ralcolor e Belden ne definiscono solo un tono, tra l'altro semplicemente indicandolo come una sfumatura del marrone, mentre Dulux differenzia tutte le sue sfumature dividendole in più chiare, scure o brillanti.


martedì 11 ottobre 2016

Step 02: Comunicare il cioccolato

Quanti modi esistono nel mondo per indicare il cioccolato? La risposta è infiniti! L'origine del nome ha radici antichissime che possono essere ricondotte alle popolazioni Maya del centro America.
Oggi, ogni lingua ha il suo modo per identificarlo:

sjokolade (afrikaans)
cokollatë (albanese)
ቾኮላታ (chokolata) (amarico)
شوكولاتة (shwukulada) (arabo)
շոկոլադ (shokolad) (armeno)
čokolada (bosniaco e ceco)
xocolata (catalano)
巧克力 (qiǎokèlì) (cinese tradizionale)
chokolade (danese)
tsokolate (filippino)
suklaa (finlandese)
chocolat (francese)
σοκολάτα (sokoláta) (greco)
chocolate (inglese)
seaclàid (irlandese)
coklat (malese)
tiakarete (maori)
sjokolade (norvegese)
chocolade (olandese)
czekolada (polacco) chocolate (portoghese)
шоколад (shokolad) (russo)
shukulaatada (somalo)
chocolate (spagnolo)
choklad (svedese)
Schokolade (tedesco)
çikolata (turco)
csokoládé (ungherese)
sôcôla (vietnamita)
chocolate (zulu)












domenica 9 ottobre 2016

Step 01: il cioccolato e il color cioccolato

Col termine "cioccolato" non si intende una sola tinta: il colore infatti presenta un'ampia gamma di sfumature che derivano proprio dal fatto che il cioccolato, inteso come cibo, abbraccia toni più chiari e più scuri.
In generale oggi si associa ad una sfumatura piuttosto scura di marrone che però, come già discusso, può subire variazioni.
L'etimologia stessa del termine ci riporta alle lontane coltivazioni di cioccolato dell'America centrale risalenti al tempo dei Maya: proprio da loro deriva la parola "chocol", assunta poi dagli spagnoli per indicare la bevanda ottenuta miscelando acqua e semi di cacao triturati. 
La tinta cioccolato
Per quanto si voglia definire il colore, è impossibile quindi non fare riferimento alla tavoletta di cioccolato tanto amata da tutti!